La nostra redazione dedica un approfondimento a Mattia Mosconi, attaccante classe 2007 della formazione Under 16 dell’Inter.

Quante volte abbiamo ascoltato la solita retorica frase “i giovani non hanno più voglia di fare sacrifici“?

Una di quelle espressioni diventate standard all’interno del linguaggio di molti per giustificare alcune delusioni personali, ma che per fortuna ogni tanto è possibile smentire con esempi concreti.

La storia che vogliamo raccontarvi oggi è quella relativa al centravanti classe 2007 Mattia Mosconi, cresciuto nella scuola calcio U.S. Grosio nell’omonimo comune in provincia di Sondrio che conta quattromila abitanti. Il suo impatto col mondo del calcio inizia all’età di cinque anni proprio in questa società che su decisione di mister Pino Lini decide di fargli saltare la categoria “Primi Calci” per inserirlo sotto età tra i “Pulcini“.

Durante la sua terza stagione al Grosio, nell’aprile del 2015, Mosconi partecipa a un torneo a Legnano e in quella circostanza riesce a mettere in mostra tutte le sue qualità, andando a segno a ripetizione in quasi tutte le sue partite. A innamorarsi calcisticamente di lui è Massimo Zuccon, dirigente dell’Inter che si adopera a segnalare il ragazzo alla società nerazzurra.

E’ questo il momento della svolta perchè dopo meno di un mese Mosconi viene invitato dal club meneghino a sostenere un provino, confermando il gran bene che era stato detto sul suo talento. La naturale conseguenza è il passaggio ufficiale a settembre all’Inter , dove il ragazzo per due stagioni (2015-16 e 2016-17) farà parte dei Pulcini.

Ed è questo il momento in cui l’intera famiglia Mosconi è chiamata a produrre il massimo sforzo perchè sino all’età di quattordici anni non sarà possibile andare in convitto e i genitori per ben sei anni si sono dovuti alternare percorrendo ogni giorno circa duecento chilometri ad andare e duecento a tornare nella tratta tra Grosio a Milano per gli allenamenti.

Intanto l’avventura del ragazzo continua a gonfie vele col passaggio nel 2018 nella formazione Esordienti 1° anno e dodici mesi dopo tra i Giovanissimi Regionali nerazzurri. Nel febbraio 2020 i campionati si interrompono a causa delle terribile pandemia e qualche mese dopo il calcio giovanile proseguirà esclusivamente con Test-Match. La grande opportunità per Mosconi arriva proprio durante queste sfide perchè il tecnico dell’Inter Under 15 Paolo Annoni lo prova più volte come sotto età. Mattia ha troppa “fame” di crescere per lasciarsela sfuggire e convince tutti a suon di prestazioni e reti.

Mattia Mosconi è un centravanti di un metro e settantotto centimetri di piede sinistro naturale, che tuttavia ama calciare anche con il destro. Bravissimo a saltare l’uomo, imprendibile palla alla piede e dotato di grande esplosività, il ragazzo deve però crescere dal punto di vista del gioco aereo.

La sua capacità di saper svariare su tutto il fronte d’attacco e attaccare la profondità lo hanno reso un calciatore in grado di essere schierato sia come prima che come seconda punta.

Quella di giocare praticamente sempre sotto età diventerà una costante per il giovane Mattia che nella stagione 2021/22 salta direttamente in Under 16 ritrovando sempre mister Annoni. E le sue prestazioni non hanno lasciato indifferente neanche il CT della Nazionale Under 15 Massimiliano Favo che a dicembre lo convoca per la prima volta per il tradizionale “Torneo di Natale” a Novarello e successivamente al “Torneo delle Nazioni” a Gradisca D’Isonzo.

Anche quest’anno il bomber nerazzurro è stato chiamato a un ulteriore step di crescita con l’inserimento nella rosa dell’Inter Under 17, giocando sempre e solo sotto età come per tutta la sua fin qui giovanissima carriera. E la partenza è stata tutt’altro che banale: cinque reti e tre assist in sei partite a dimostrare ancora una volta di non soffrire affatto il giocare in un campionato riservato a ragazzi più grandi di lui. A settembre Mosconi viene convocato in Nazionale Under 16 dal Commissario Tecnico Zoratto e ancora una volta i suoi numeri sono pazzeschi. Sei partite giocate e quattro gol tra Svizzera, Inghilterra e Olanda prima dell’infortunio proprio contro gli orange che lo ha portato da metà ottobre ad assistere al calcio giocato dalla tribuna.

Il ragazzo, dopo lo stop forzato ai box tra infortunio e pausa invernale, è ormai pronto a ripartire da dove si era fermato con la stessa grinta e ferocia che lo ha contraddistinto fin qui. E quella maglia nerazzurra, conquistata a suon di chilometri percorsi ogni giorno da quando era un semplice bambino di otto anni, resta il più grande stimolo per riuscire a scalare quella montagna chiamata professionismo.

Articolo a cura di Marco Lepore