Dario Rocco-Ecco l’intervista rilasciata dal tecnico Dario Rocco (ex Berretti Avellino) in esclusiva per la Redazione di TuttoCalcioGiovanile

I campionati giovanili sono ormai fermi da parecchie settimane, nel frattempo la Redazione di TuttoCalcio Giovanile  approfitta di questo periodo per intervistare alcuni addetti ai lavori. Oggi siamo con mister Dario Rocco che fino a qualche settimana fa ha guidato la Berretti dell’Avellino.

1) Buongiorno Mister, prima di intraprendere la carriera di allenatore Lei è stato un calciatore professionista. Ci può raccontare il suo percorso iniziando dalle giovanili fino all’ultima gara giocata?
“Ho iniziato nel settore giovanile della Salernitana nel lontano 1992 effettuando tutta la trafila fino alla prima squadra. In maglia granata ho raggiunto una semifinale scudetto Primavera persa 2-1 contro il Milan e poi l’esordio in Serie B nel 1999 con mister GIGI CAGNI  in panchina. L’ANNO SUCCESSIVO INIZIA LA MIA CARRIERA  DA PROFESSIONISTA: due ANNI CON L’AVELLINO, TAPPA FONDAMENTALE  PER AFFERMARMI COME GIOCATORE  DI PRIMA SQUADRA. 
POI MI RIACQUISTA LA SALERNITANA MANDANDOMI IN PRESTITO PRIMA A NOCERA E POI CON LA FERMANA IN C1, PER POI RITORNARE A SALERNO IN SERIE B MA TROVAI POCO SPAZIO, IN UN GRUPPO FORMATO  DA TANTI  CALCIATORI  IMPORTANTI, COSÌ L’ANNO SUCCESSIVO PASSO A TITOLO DEFINITIVO  ALLA NOCERINA  DOVE DISPUTO 3 CAMPIONATI .
NEL 2008 VIVO LA PRIMA ESPERIENZA  AL NORD CON LA VALENZANA IN C2 , AMBIENTE DIVERSO  DOVE CONOSCO IL MISTER  CARMINE  PARLATO , INSIEME  FACEMMO UN VERO MIRACOLO  CALCISTICO.  POI ARRIVA UNA TELEFONATA  DI ROMUALDO CORVINO CHE MI CONVINCE A SCENDERE  DI CATEGORIA  PER UNA PIAZZA IMPORTANTE COME CASARANO DOVE VIVO 2 ANNI FANTASTICI IN CUI VINCEMMO CAMPIONATO E COPPA ITALIA. GLI ULTIMI 2 ANNI TRASCORSI A RIMINI IN SERIE D PER POI MATURARE L’IDEA DI ALLENARE.”
2) Dopo aver chiuso con il calcio giocato Lei hai deciso di allenare i ragazzi? Da dove è partito?
“NEL 2012 MI CHIAMA ENZO DE VITO DIRETTORE SPORTIVO DELL’AVELLINO. E’ STATO PROPRIO LUI CHE MI HA AFFIDATO LA PRIMA PANCHINA, QUELLA DEGLI ALLIEVI NAZIONALI DELL’AVELLINO. ANCORA OGGI PER ME IL DIRETTORE È UN PUNTO DI RIFERIMENTO IN QUANTO A MIO AVVISO BISOGNA  SEMPRE APPRENDERE  DA CHI HA OTTENUTO E OTTIENE RISULTATI IMPORTANTI.”
3) Nelle ultime stagioni il suo nome è legato sicuramente alle giovanili dell’Avellino? Che esperienza Lei hai vissuto in Irpinia con le giovanili biancoverdi?

“CERTAMENTE L’AMBIENTE, LA PIAZZA E LA SOCIETA’ DELL’AVELLINO MI HANNO DATO TANTO: PRIMO CAMPIONATO DA GIOCATORE, PRIMA PANCHINA DA ALLENATORE E HO CERCATO SEMPRE DI RICAMBIARE LA LORO FIDUCIA E AFFETTO CON IMPEGNO E RISPETTO NEI CONFRONTI DI TUTTI. 
SONO STATE CINQUE  STAGIONI INTENSE, RICORDO LE GRANDI PRESTAZIONI FATTE A TRIGORIA CONTRO I CAMPIONI D’ITALIA , LA CAVALCATA DELLA PASSATA STAGIONE ED INFINE LO STAFF CHE SI È FORMATO ANNO PER ANNO, DAL TEAM MANAGER ANTONIO MOSCARITOLO (UN PROFESSIONISTA ) AL DIRIGENTE IZZO GERARDO, INFINE IL MISTER IN SECONDA SICILIANO ANGELO.”
4) Come ha valutato la Nuova Formula e il Nuovo Regolamento del campionato “Dante Berretti” partito a settembre scorso?
“ASSOLUTAMENTE DA RIVEDERE! PIÙ CHE CAMPIONATO LO CHIAMEREI TORNEO, 18 PARTITE SONO POCHE PER UN RAGAZZO DI 18 ANNI , LA FORMAZIONE DI UN CALCIATORE PASSA ATTRAVERSO I CONFRONTI, POI MAGARI L’ANNO SUCCESSIVO PRETENDIAMO CHE UN GIOVANE TENGA IL RITMO PER 38 PARTITE SENZA AVERE CALI.
SINCERAMENTE CHI DECIDE QUESTE COSE LA PRIMA COSA A CUI DEVE PENSARE È IL PERCORSO FORMATIVO CHE DEVE OFFRIRE AD UN GIOVANE PER FARLO CRESCERE NEL MIGLIOR MODO POSSIBILE.”
5) Come sta vivendo questa situazione a livello personale e familiare dovuta all’emergenza sanitaria del Coronavirus che ormai sta cambiando il nostro modo di vivere?
“MI DEDICO  ALLA FAMIGLIA , CUCINO E GIOCO CON I MIEI FIGLI, RISPETTO LE REGOLE IMPOSTE DAL GOVERNO  AFFINCHE’ QUESTO BRUTTO PERIODO PASSI AL PIÙ PRESTO.” 
6) Nel prossimo futuro da dove Le piacerebbe ripartire?
“MI PIACEREBBE  ALLENARE  UN GRUPPO DI QUALITÀ PER IMPORRE LE MIE IDEE, IL CALCIO MI PIACE A 360 GRADI MA VORREI  RESTARE NEL MONDO GIOVANILE.” 
7) Quali dei giocatori che Lei hai allenato negli ultimi 3/4 anni a suo avviso può arrivare in alto?  
“TUTTI POSSONO ARRIVARE IN ALTO, NOI NON SIAMO NESSUNO PER DIRE CHI PUÒ ARRIVARE IN ALTO E CHI NO. IL NOSTRO  DOVERE È  QUELLO DI TRASFERIRE I VERI VALORI CHE SONO LA CULTURA DEL LAVORO E NON DARSI  MAI PER VINTI, POI IL CAMPO SARÀ IL GIUDICE SUPREMO.” 
Intervista a cura di Piero Vetrone