Morana – Da Palermo alla prima esperienza con i grandi: la parabola di Federico Morana, dal corpo libero alla fascia destra.
Ci sono storie che iniziano lontano dal pallone, eppure finiscono per ruotargli intorno come pianeti attratti da una gravità inevitabile.
È il caso di Federico Morana, classe 2008, originario di Palermo, che oggi si lega contrattualmente al club trapanese denominato VALDERICE e si prepara a vivere da protagonista la prossima stagione nel Campionato di Promozione siciliana.
Ma prima del rettangolo verde, nella vita di Federico c’era un tappeto elastico, una trave e un corpo che volava leggero nell’aria.
Tra i sei e gli otto anni, infatti, il giovane Morana era un appassionato di ginnastica artistica. Un amore totale, viscerale, che lo assorbiva completamente. In palestra trovava ritmo, equilibrio e disciplina. Sembrava destinato a un futuro tra capovolte e parallele. Ma il destino, si sa, ama cambiare sceneggiatura quando meno te lo aspetti.
A otto anni, un pò di voglia anche per il gioco del calcio: un’iscrizione alla società “Punto Rosa” di Palermo che segnerà l’inizio di un nuovo percorso. Ed è qui che Federico incontra una figura chiave: mister Filippo Pirrotta.
È lui a intuire per primo che quel ragazzino, con la passione anche da ginnasta, ha qualcosa di speciale. Ne nota la coordinazione, la velocità, ma soprattutto lo spirito di sacrificio. Gli consiglia di concentrarsi solo sul calcio. “Non sdoppiarti”, gli dice.
E Federico ascolta.
Il ruolo naturale è quello di terzino destro, ma la duttilità è il suo vero punto di forza. Si disimpegna bene anche sulla fascia sinistra, sa adattarsi in più zone della difesa e non disdegna di spingere in avanti quando serve. Ha giocato anche da esterno offensivo, dimostrando grande generosità, corsa instancabile e una disponibilità tattica rara per la sua età.
Dopo la breve, ma fondamentale esperienza alla “Punto Rosa”, Morana passa al Ciakulli, una delle realtà giovanili più prestigiose del capoluogo siciliano, ufficialmente parte del progetto “Academy Milan”.
Resta qui per anni cruciali, crescendo tecnicamente e mentalmente, fino all’estate del 2024. Ed è proprio in questi mesi che il suo nome comincia a circolare: Crotone e Catanzaro, club professionistici calabresi, lo chiamano per dei provini.
Ma Federico non ha fretta e capisce che il suo cuore è ancora a Palermo.
Nel 2024 si trasferisce infatti all’“Academy Palermo” del presidente Giovanni Pecoraro, con l’obiettivo di disputare il Campionato Under 17 Élite agli ordini di mister Salvatore Zannitti. Una stagione per maturare ulteriormente e mettere in mostra il suo potenziale.
Le sirene del calcio “dei grandi” non tardano ad arrivare.
L’Acireale, storica squadra siciliana di Serie D, allenata “un tempo” anche da un giovanissimo Walter Mazzarri, lo chiama per il ritiro.
Ma non solo.
Altre squadre di serie D/Eccellenza lo richiedono, ma si fionda anche il Trapani, club al suo secondo anno nei PRO a livello giovanile e che un mese fa circa ha cambiato anche il Responsabile del Vivaio.
Dopo un attento monitoraggio, tanti allenamenti e alcune amichevoli giocate le strade del Trapani e di Morana non si incrociano più ed esce fuori il forte interessamento del Valderice.
Quest’ultimo club decide di puntare su di lui: Federico firma il contratto e si prepara ad affrontare il Campionato di Promozione sotto la guida di mister Ignazio Chianetta e del Direttore Sportivo Bartolo Licata, entrambi contenti delle prestazioni del ragazzo e visionato più volte.
Morana giocherà con i 2007 sotto età, ecco un importante attestato di stima che la società ha riposto in lui. Ma soprattutto un’esperienza da conservare e sfruttare al massimo per il futuro. A cominciare da domenica 28 settembre…
Dal corpo libero al pressing sulla fascia, dalla trave d’equilibrio al gioco di posizione: la trasformazione di Federico Morana è la storia di un talento che ha saputo ascoltarsi, cambiare rotta e farsi trovare pronto.
Oggi il sogno continua, ma ha cambiato forma: ha le linee bianche di un campo da calcio, il rumore dei tacchetti sull’erba e la grinta di chi sa che il bello, forse, deve ancora venire.