Primavera Napoli: una sola partita disputata in campionato dai ragazzi di mister Cascione, che all’esordio sono stati sconfitti a Lecce. 

Forse sono le streghe di “Halloween” ad aleggiare sulla Primavera del Napoli che, da almeno due stagioni, non riesce proprio a trovare pace nè a darsi una direzione precisa sia nel presente che per il futuro.
Era appena lo scorso 5 agosto quando il club partenopeo aveva annunciato una svolta strategica con la segregazione dei ruoli dirigenziali a livello giovanile: a Gianluca Grava il compito di gestire e puntellare le Under e ad Aladino Valoti il ruolo di Direttore Sportivo della Primavera. Nel mezzo c’è stato di tutto, dalla scelta di un allenatore (Riolfo) che alla fine ha rinunciato alla panchina fino all’approdo dell’ex Cattolica Emmanuel Cascione, preso in extremis a pochi giorni dal ritiro estivo.
Eppure è di ieri la notizia che Valoti e il Napoli hanno deciso di dirsi definitivamente addio con una risoluzione consensuale tra le parti che lascia davvero perplessi dopo un mercato con pochi sussulti. 
E qui nascono i primi dubbi: quali sono le cause dell’addio? Ci sono state delle frizioni perchè la società non ha gradito l’operato del dirigente o è lo stesso Valoti che ha forse visto invaso il proprio campo di lavoro? E perchè a questo punto, con una pandemia che non dà alcuna garanzia di prosieguo per l’intera stagione, non si è pensato a reintegrare almeno per quest’anno Grava?

E allora quando c’è un vuoto ecco che per riempirlo si continua a pescare sempre e solo dal Carpi, con l’annuncio lampo del nuovo D.S. Stefano Stefanelli, ex Direttore Generale del club emiliano che lo scorso 5 ottobre ha festeggiato 41 anni.

Chiariamoci nulla contro la società amica del Napoli e sulla persona a cui anzi auguriamo un buono e proficuo lavoro, semplicemente non amiamo queste forti contaminazioni tra i due club in queste modalità perchè la sensazione è che talvolta si possano sminuire le risorse e competenze già presenti in casa.

Il rapporto Carpi-Napoli, nato ormai almeno quattro stagioni fa, finora ha portato pochi talentini all’ombra del Vesuvio e ancor meno a livello dirigenziale.

Nessuno si offenda, ma in un’ottica di crescita continua, a nostro avviso la strada dovrebbe essere diversa con i migliori prospetti della cantera partenopea (non solo calciatori ma anche allenatori e dirigenti) che dovrebbero essere lanciati verso il professionismo maturando esperienze in Emilia.

Forse erano e resteranno solo deliri da Covid-19…

fonte: www.ilnapolionline.com