Di seguito l’intervista al giovane dirigente Piergiuseppe Sapio, nella scorsa stagione Resp. del Settore Giovanile del Taranto.

Negli ultimi anni il giovane dirigente di origini tarantine Piergiuseppe Sapio ha gestito alcuni settori giovanili di squadre PRO: Martina Franca, Bisceglie, Matera e Taranto sono solo alcune compagini in cui Sapio ha raccolto risultati importanti valorizzando anche tanti giovani calciatori, tra gli ultimi Battimelli al Picerno in prima squadra (2005) e alcuni 2007 passati in club di A e B.

In esclusiva per la nostra Redazione, Piergiuseppe Sapio è stato intervistato soffermandosi su tanti punti, anche sulla sua situazione in essere con la Triestina calcio e della sua passata esperienza al Taranto come Responsabile del Vivaio.

Buongiorno Direttore. Circa due mesi fa la nostra Redazione di TuttoCalcioGiovanile.it aveva anticipato la notizia di un suo imminente approdo alla Triestina in qualità di Responsabile del settore giovanile della Triestina. Cosa è successo nelle ultime settimane dato che non è arrivata l’ufficialità?

“Buongiorno a Voi, in data 10 maggio ho firmato un contratto triennale con la Triestina in qualità di responsabile del settore giovanile che sarebbe partito a far data dal 1 luglio. Nei giorni successivi in un incidente stradale purtroppo ha perso la vita il presidente Biasin e successivamente la famiglia ha venduto la società all’imprenditore Giacomini.

Il primo luglio mi sono presentato sul posto di lavoro, ma purtroppo non era presente nessuno della società in grado di darmi qualche notizia in merito all’inizio della stagione. Nei giorni successivi ho incontrato la nuova proprietà e in maniera molto chiara mi hanno detto che avevano scelto un’altra persona per svolgere il ruolo di responsabile del settore giovanile. Inoltre, mi hanno riferito che se fossi rimasto alla Triestina non avrei svolto il lavoro per cui ero stato assunto dall’amministratore Mauro Milanese che ringrazierò sempre per avermi dato questa opportunità e per avermi scelto per ricostruire il settore giovanile della società alabardata.

Tra l’altro la società prima mi aveva chiesto di presentare un programma del settore giovanile illustrandolo nel corso di una riunione, poi in un secondo incontro mi hanno riferito che avevano scelto un’altra persona al mio posto e che sarei potuto tornare a Taranto in attesa di una nuova convocazione.

Capisco che quando c’è un cambio di proprietà si vuole inserire un nuovo management sportivo, ma le persone e i contratti vanno rispettati anche perché quando una società viene acquistata vengono acquisiti anche i contratti in essere.”

Nella scorsa stagione Lei ha gestito il vivaio del Taranto. Come è nata questa scelta nella scorsa estate?

“L’idea è nata perché desideravo valorizzare il nostro territorio, essendo io originario di Taranto, e volevo provare a creare un settore giovanile di qualità ed organizzato. Mi chiamò il direttore Francesco Montervino per gestire il settore giovanile e con lui organizzammo la gestione ed il resto.

Ringrazio il D.S. Montervino e anche il presidente Massimo Giove per avermi dato questa opportunità e sono sicuro di aver dato un’impronta di organizzazione e professionalità al settore giovanile del Taranto che mancava da anni, sicuramente c’erano tante cose da migliorare, ma tutto il mio staff ha lavorato giorno e notte per migliorarne la gestione e l’organizzazione.

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Nelle scorse settimane alcuni giovani calciatori, che nella passata stagione si sono messi in mostra nel Taranto Under 15, si sono trasferiti in club di Serie A e B? Si aspettava questo salto di qualità da parte di questi giovani del 2007?

“Come affermo spesso, il lavoro alla lunga paga sempre. Avevamo posto le basi e potevamo continuare la costruzione di un progetto che poi si è dovuto interrompere anche per mie responsabilità perché avevo deciso di percorrere e sposarne un altro, di natura triennale al fianco di Milanese. Con quest’ultimo avrei avuto la possibilità di trovarmi in collegamento diretto con la prima squadra indicando anche qualche Under di valore. Avevamo posto le basi costruendo una buona squadra Under 15 anche se l’Under 17 aveva all’interno elementi validi e di prospettiva del 2005.”

4) Ci parli dei giovani Polito ceduto al Bari e del 2007 De Filippis al Lecce. Che giocatori e ragazzi sono e come sono nate le trattative?

“De Filippis è il giocatore che è cresciuto maggiormente sotto tutti gli aspetti. Volevo fin da subito che il suo percorso fosse in una categoria superiore in modo da potersi confrontare con realtà importanti. Fabio Polito, invece, è un giocatore di grande qualità e sono convinto che può fare molto bene. È un calciatore che va aspettato e curato perché ha talento. Entrambi comunque avevano parecchie richieste da altri club”

5) Lo stesso su Macri’ al Parma e Battimelli al Picerno in prima squadra.?

“Macrì, prima che giungesse al Taranto Under 15 nella scorsa estate, era stato in prova con diverse squadre di A e B e non era stato scelto. Con noi ha fatto un percorso molto positivo. È approdato al Parma in un grande club alzando l’asticella e li può crescere molto.

Battimelli, invece, è un giocatore che possiede a mio avviso del talento. Negli ultimi 3 anni non è stato molto fortunato, specialmente nell’ultima stagione in cui ha subito un infortunio grave che l’ha tenuto fuori quasi tutto l’anno. Ha fatto una buona riabilitazione allenandosi mattina e pomeriggio sia a giugno che a luglio per recuperare nel miglior modo possibile.

Io credo che i percorsi siano fondamentali per arrivare a giocare a calcio e di solito arriva chi effettua meno scelte sbagliate. Sono contento che il Picerno e Giuseppe Battimelli si siano scelti perché comunque Battimelli allenandosi tutti i giorni con gente più grande, e specialmente forte, può solo crescere e migliorare, poi naturalmente anche lui dovrà sfruttare al massimo il suo minutaggio.

L’importante è credere nel lavoro perché il campo rappresenta l’unico giudice. Giuseppe è un ragazzo che può diventare benissimo un professionista assoluto, possiede il giusto atteggiamento e carattere per dimostrarlo, ci vuole pazienza e specialmente deve curare ogni minimo dettaglio perché sono quelli che fanno la differenza”

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6) Qualche stagione fa Lei aveva puntato sul giovane Pasquale Riccardi prelevato dalla scuola calcio campana della “Real Casarea”. Il ragazzo si è poi laureato Vice-Campione D’Italia col Bisceglie Under 15, poi ha vissuto altre importanti esperienze. Oggi Simone fa parte della 1^ squadra del Potenza in Lega Pro. Ci vuole raccontare la crescita di questo ragazzo?

“La squadra del Bisceglie Under 15 è una delle compagini ed esperienze che porto nel mio cuore perché abbiamo realizzato qualcosa di unico. Paki Riccardi l’ho preso all’età di 13 anni e ho avuto la fortuna di guidare il suo percorso di crescita. Di recente ha firmato il suo primo contratto da professionista con il Potenza in Lega Pro e andrà a giocarsi le sue chance con i più grandi.

Riccardi in mezzo ai grandi ci sta benissimo perché a Bitonto ha fatto sei mesi importanti in Serie D mettendosi in mostra oltre che per le sue qualità tecniche e fisiche anche per la sua grande personalità. È un giocatore umile, ha in mente il suo obiettivo e non dorme la notte per poterlo raggiungere. È una delle mie più belle vittorie perché, come raccontavo prima, non contano gli scudetti che indossi, ma i percorsi e devi sempre scegliere delle società che ti diano la possibilità di esprimerti al meglio. Di quel Bisceglie Under 15 che perse la Finale scudetto contro il Padova ad oggi sono in 5 ad aver sottoscritto contratti da professionisti. Credo che le vittorie più belle siano soprattutto queste.”

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7) Cosa pensa del settore giovanile italiano?

“Sono pienamente convinto che i settori giovanili devono rappresentare una risorsa e non un costo come pensano purtroppo, a mio avviso, la maggior parte delle società. Ci sono tanti giocatori di talento che si perdono perché guidati nel modo sbagliato. Il talento va coltivato e bisogna trovare il modo di farlo emergere. Come dico sempre è il campo l’unico giudice di tutto, li si misurano le ambizioni e la forza. Nel settore giovanile bisogna investire e crederci e una società deve porre le basi proprio da lì.”

Direttore la Redazione la saluta con un’ultima domanda. Lei ha svolto il corso da Direttore Sportivo professionista a Coverciano nei mesi scorsi. E’ pronto qualora la dovesse chiamare una prima squadra?

“È stata una bella emozione frequentare il corso di Direttore Sportivo a Coverciano. In quel periodo sicuramente il corso mi ha arricchito tanto sotto tutti i punti di vista. Momentaneamente voglio continuare un lavoro con il settore giovanile, ma non escludo che magari fra qualche anno, qualora ci fosse un’opportunità ed un buon progetto, potrei fare il salto tra i grandi. È un idea che però deve ancora maturare totalmente.”

Intervista a cura di Pietro Vetrone