Palermo – Tutto Calcio Giovanile si occupa delle categorie Nazionali Under 15, 16, 17 (A-B e Lega Pro), Berretti, Primavera 1 e Primavera 2.

Anche il Palermo calcio è pronto a ripartire nel professionismo con i propri giovani, dopo un anno di purgatorio in serie D (anche se l’ufficialità della Serie C dovrebbe arrivare l’8 giugno). Intervistato da la Repubblica – Palermo, il direttore tecnico del settore giovanile rosanero Leandro Rinaudo ha così parlato sul settore giovanile dei rosanero.

Ecco uno stralcio delle sue dichiarazione (fonte: forzapalermo.it)

«Aspettiamo che arrivino certezze dal consiglio federale per la prima squadra così poi a cascata tutta la macchina organizzativa si metterà in moto. Anche se non abbiamo mai smesso di lavorare».

SULLA PROSSIMA STAGIONE

«Avremo una categoria in più rispetto alle cinque della stagione scorsa e ci misureremo con competizioni nazionali fra Giovanissimi, Allievi e Berretti. Faremo le due categorie Esordienti con un gruppo del 2009 e uno del 2008; uno Giovanissimi sperimentali con i 2007 e uno nazionale con i 2006; uno di Allievi nazionali che metterà insieme 2004 e 2005. E la Berretti che sarà formata da 2002 e 2003,”

GIOVANI PER LA PRIMA SQUADRA

«Ragazzi utili alla causa Palermo? Lavoriamo per questo. Sono stato scelto da Sagramola e Mirri per portare quanti più ragazzi possibile in prima squadra. Non è semplice ottenere risultati subito, serve una programmazione che richiede tempo. Si lavora su comportamenti etici per fare in modo che chi entra nel mondo Palermo abbia la mentalità giusta, sappia perseguire i risultati con sacrificio, rispetto per la maglia e per le persone. E si lavora anche sulla progettazione tecnica con un confronto settimanale con gli allenatori per migliorare aspetti che possono fare la differenza».

SETTORE GIOVANILE

«Per avere un settore giovanile organizzato e strutturato però servono anni. Ci sono dirigenti come Sagramola e Castagnini che hanno esperienza e spalle larghe per affrontare certe dinamiche e garantire che tutti possano svolgere il proprio lavoro nelle migliori condizioni possibili –ha detto-.

È giusto che io mi occupi del lavoro che mi hanno assegnato: quello che conta è che ho la serenità per lavorare al meglio che deriva dal fatto che qui ci sono uomini che lavorano con onestà e professionalità».

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